Non è solo un problema che riguarda gli agricoltori, ma tutto il sistema economico del territorio. Come Confartigianato Imprese Rieti intendiamo porre il problema a tutti coloro che in qualche maniera dovrebbero occuparsi della questione. La presenza incontrollata dei cinghiali è stato ed è sottovalutato. Manca l’esatta percezione della vastità delle conseguenze sul piano generale. Si tratta invece di una vera e propria emergenza che travalica i limiti provinciali, tanto da essere considerata nazionale. Gli ungulati che scorrazzano anche per le città, costituiscono un problema di sicurezza pubblica per i cittadini, provocano incidenti stradali quando attraversano le strade, anche a grande percorrenze. Ieri è toccato all’autostrada Roma-Firenze!
I cinghiali che invadono i campi coltivati hanno creato e creano danni enormi ai coltivatori distruggendo i prodotti della terra e mettendo a rischio l’intera filiera produttiva (coltivatori, trasformatori e venditori). A causa del loro proliferare, gli operatori economici subiscono una decurtazione del reddito, perché vi sono meno prodotti da raccogliere e da rivendere.
L’aggressività dei cinghiali porta anche a conseguenze assai più gravi a livello generale. Infatti i produttori, non avendo fonti di reddito e di sostentamento, saranno costretti ad abbandonare i loro territori, come se già non bastassero altre cause di natura sociale ed economica già note. Basti pensare che nella piana reatina le coltivazioni di pregio appetibili dagli ungulati sono ormai inesistenti con un danno economico milionario per le imprese e la filiera agricola.
Cresceranno, dunque, la desertificazione, lo spopolamento nei piccoli centri, oltre che l’abbandono delle colture di pregio. Le aree rurali, senza più la necessaria manutenzione garantita dagli operatori economici, producono effetti devastanti a largo raggio, già oggi molto evidenti. L’abbandono dei campi costituisce un pericolo reale e concreto per i centri abitati.
“Peraltro – afferma Maurizio Aluffi, Direttore di Confartigianato imprese Rieti – con le politiche in atto che tendono a delegittimare Comuni, Comunità Montane, Province e Camere di Commercio, cancellandole dal panorama istituzionale, vengono progressivamente a mancare quei presidi di governo del territorio necessari per i processi di tutela e rinascita dalle aree rurali. A soffrirne – prosegue Aluffi – sono in particolare i territori della dorsale appenninica, come i nostri, che già oggi combattono contro lo spopolamento e la desertificazione. È incomprensibile e irresponsabile che le istituzioni restino inerti di fronte a una situazione sconcertante e sconfortante per la stessa tenuta del territorio e dell’ambiente. La lotta all’aggressività di questi animali non è più un problema settoriale, ma investe l’intera filiera agroalimentare”.