“La garanzia dello Stato al 100% sui prestiti alle piccole imprese fino a 800mila euro è una possibilità non ordinaria che l’Unione Europea ha concesso e che il Governo ha positivamente utilizzato. Non va bene però che le imprese che avranno necessità di accedere a importi superiori a 25 mila euro debbano fare in banca la trafila degli ordinari esami di sostenibilità economico finanziaria e di verifica andamentale. Cosa c’è di ordinario e normale in questi giorni, in queste settimane? Siamo sicuri che questo sia ‘fare tutto ciò che serve’, come ha detto con autorevolezza l’ex Presidente della BCE Draghi? Non dimentichi nessun italiano che a fronte della garanzia statale ci sta l’impegno diretto, personale e patrimoniale, di ogni donna e uomo che fa impresa, a rischio e senza tutela, di contrarre un debito con una banca per tenere in vita, sul mercato, un’attività che dà lavoro e reddito a tante, tantissime famiglie. Comprendo tutta la prudenza, ma questo è il momento del coraggio”.
Questo il primo commento del Presidente di Confartigianato Imprese Rieti, Franco Lodovici, al Decreto Imprese varato dal Governo.
“Resta un grande dubbio: le banche italiane saranno in grado di fare l’analisi del merito di credito per tutte le richieste di prestiti per liquidità per importi sopra i 25 mila euro, visto che hanno ridotto il personale, sono aperte al minimo, con tanto personale a casa in smart working? Gli istituiti di credito stanno faticando a ‘lavorare’ le richieste di sospensione dei mutui, dovrebbero trattare gli anticipi di cassa integrazione e sospensione dal lavoro. Il rischio – ribadisce il Presidente di Confartigianato Imprese Rieti – è che, quando saranno in grado di dare risposte, l’azienda che ha presentato domanda non sarà più in vita”.
Queste le preoccupazioni di Confartigianato Imprese Rieti, sintetizzate dalle parole del Presidente Franco Lodovici. Ma c’è di più. I fondi messi a disposizione delle imprese non arriveranno subito. La strada è tortuosa. “Agli annunci roboanti del Presidente del Consiglio siamo ormai abituati, basti ricordare l’assegno di 600 euro, che sarebbe dovuto arrivare immediatamente, a distanza di un mese, ma resta un miraggio per la stragrande maggioranza degli aventi diritto”.
In questi giorni c’è stata la corsa delle imprese allo sportello delle banche per un credito che non si può chiedere. Il bisogno di liquidità è impellente, ma per i 400 miliardi messi a disposizioni con il Decreto Imprese, bisognerà attendere. SACE e ABI hanno fatto sapere che hanno istituito un gruppo di lavoro per analizzare e rendere operativi tutti gli aspetti connessi alla nuove disposizioni contenute nel Decreto legge, non ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
“Ne consegue – afferma il Direttore di Confartigianato, Maurizio Aluffi – che, al momento, per le nostre imprese non è possibile ottenere i finanziamenti previsti dal provvedimento d’urgenza, sfruttando la garanzia illustrata dal Governo. Una situazione che fa ulteriormente aumentare lo sconcerto tra gli imprenditori. Queste misure – continua Maurizio Aluffi – in questa situazione di straordinaria emergenza, andavano rese immediatamente attuabili, considerando che le garanzie da sole non possono bastare a tenere in piedi l’economia italiana. La prospettiva è che si attende una fase difficilissima, con fatturati che crollano e con le imprese sempre più indebitate. Eh sì – conclude il Direttore Aluffi – perché qui parliamo di prestiti, non di fondi perduti, a cui le banche applicheranno un tasso e, per i finanziamenti sopra i 25mila euro, è prevista una valutazione dei conti delle aziende da parte delle banche, che rischia di rallentare ulteriormente la concessione del credito. Speriamo che i finanziamenti non arrivino quando le aziende avranno già chiuso… più che un aiuto alle imprese, ci sembra un altro ‘regalo’ alle banche”.