Per la tradizionale Assemblea di Confartigianato, che si è svolta a Roma all’Auditorium delle Conciliazione, lo scorso 27 novembre, Confartigianato ha pubblicato il 19° Rapporto Annuale dal titolo “Italia, la grande officina delle piccole imprese”. Il rapporto evidenzia la grande generosità delle piccole imprese, che si può coniugare in un mix di fattori: oltre alla vicinanza al mercato, il legame con la famiglia, l’ascolto del cliente e la personalizzazione del prodotto e del servizio, l’attenzione alla società e all’ambiente e la cura del capitale umano, con una specifica attenzione ai giovani. Alcune evidenze delineano la presenza di questi caratteri nel sistema imprenditoriale.
In Italia è diffuso il legame tra impresa e famiglia, particolarmente rilevante per la piccola impresa, la quale “si modella sulla persona e sulla famiglia dell’imprenditore proprietario e ne segue e ne preforma potentemente i destini”. Secondo il censimento delle imprese dell’Istat, l’80,9% delle imprese con almeno 3 addetti sono controllate da una persona fisica o da una famiglia. Le piccole imprese italiane per competere fanno leva, in primo luogo, sulla qualità del prodotto o del servizio offerto, indicato come principale fattore competitivo dal 73,2% delle unità con meno di 50 addetti, a cui segue la professionalità e la competenza del personale, indicato nel 47,7% dei casi. In un triennio (2018-2022) sono aumentate del 46,7% le piccole imprese che, tra gli obiettivi strategici da perseguire, adottano misure finalizzate alla responsabilità sociale ed ambientale. Il sistema delle piccole imprese è un protagonista nella creazione di opportunità di lavoro per i giovani. Nell’arco dei tre anni caratterizzati dallo scoppio della guerra in Ucraina, da una crisi energetica che ha accelerato l’inflazione, dalla stretta monetaria più severa della storia dell’euro, dalla stagnazione del commercio internazionale e dal conflitto in Medio Oriente, l’occupazione dei giovani in Italia è cresciuta ad un tasso doppio della media europea.
Nel nostro Paese la nuova occupazione giovanile è maggiormente presente nelle piccole imprese e nell’artigianato: il peso dei giovani dipendenti con meno di 30 anni è del 19,6% nelle imprese fino a 49 dipendenti, quota di 4,7 punti superiore al 14,9% registrata nelle medie e grandi imprese. In una prospettiva caratterizzata da una elevata incertezza sui mercati globali, da un ritardo dell’allentamento della stretta monetaria e da una riduzione della spesa pubblica in termini reali richiesta dalla riforma del Patto di stabilità e crescita, le piccole imprese, protagoniste del mercato domestico, diventano un asset strategico per la crescita dell’economia italiana.
Anche Rieti e la sua Provincia è protagonista nel Rapporto Annuale di Confartigianato Imprese. Infatti, come era già stato riportato in un precedente studio, la provincia reatina è quella che ha avuto la variazione percentuale maggiore sul numero degli imprenditori stranieri nel periodo 2010-2022: un +74,0%, nettamente sopra la media regionale, collocandosi così 52esima nel ranking stilato da Confartigianato.
Altro dato interessante elaborato dall’Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è quello che riguarda “Entrate con elevata capacità di applicare tecnologie 4.0 e difficoltà reperimento per provincia”, qui Rieti si colloca al 37esimo posto, 55,4 % di difficoltà nel reperimento, davanti c’è soltanto Viterbo, mentre è stata minore la percentuale di difficoltà nelle altre province laziale.
Per quanto riguarda invece “Entrate stimate nelle MPI totali e difficili da reperire con competenze green elevate per provincia”, Rieti è 64esima su scala nazionale con il 52,4% di difficoltà di reperimento, Frosinone e Latina 29enesime, Viterbo 31enesima e Roma 97esima.
Mentre nella graduatoria “Extra costo energia elettrica per MPI italiane da gap di prezzo netto-Uem biennio 2022-2023: province e regioni”, la provincia reatina è 102esima (spesi 23 milioni), Frosinone 53esima, Latina 41esima, Roma è prima, mentre Viterbo è 70esima. Per quanto riguarda le regioni, il Lazio è quinta, con una spesa di 863 milioni.
“I recenti report dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Rieti, sono confermati dal rapporto annuale presentato all’Assemblea di Confartigianato svoltasi il 27 novembre a Roma presso l’Auditorium della Conciliazione – afferma Maurizio Aluffi, direttore di Confartigianato Imprese Rieti – A Rieti c’è una imprenditoria artigiana in difficoltà, i dati sono eloquenti. Paradossalmente è sempre più difficile reperire manodopera qualificata specie in quei settori emergenti legati alla transizione ecologica o nel campo delle energie rinnovabili. Credo – conclude il Direttore Aluffi – che vadano riviste le politiche sull’immigrazione, da considerare sempre più una ricchezza e non un peso”.