Accesso agli atti a costi esorbitanti, Confartigianato: “Così si ledono i diritti dei cittadini”

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Accesso agli atti a costi esorbitanti, Confartigianato: “Così si ledono i diritti dei cittadini”

Da più parti, imprese e cittadini, ci sollecitano un intervento deciso per far sì che venga ripristinato un semplice diritto di libertà e democrazia nonché rispettato il principio della trasparenza amministrativa.

Confartigianato Imprese Rieti recepisce così un generalizzato e sproporzionato innalzamento dei costi di accesso agli atti messo in atto da alcuni Comuni della provincia, che si traduce in fondato timore che, attraverso l’illegittimo innalzamento dei costi per l’accesso agli atti, le pubbliche amministrazioni intendano comprimere i diritti dei cittadini e dei professionisti, dimenticando che entrambe sono espressione della partecipazione all’attività amministrativa.

Confartigianato ricorda che l’esercizio dell’accesso agli atti non può e non deve essere utilizzato in maniera impropria per fare cassa, né i costi elevatissimi possono essere giustificati dal presunto “intralcio” al funzionamento dell’Amministrazione stessa, rammentando che l’adempimento dell’obbligo di trasparenza della pubblica amministrazione, non può essere compresso o negato in considerazione di “costi di reperimento pratiche e/o riproduzione”.

Il diritto di accesso costituisce un vero e proprio compito che la legge pone a carico della Pubblica Amministrazione, a garanzia della trasparenza.

Il dato normativo, ricavabile dall’art. 25, comma 1, della Legge n. 241/1990, stabilisce che l’esame dei documenti è gratuito, salvo il mero pagamento dei costi di riproduzione, e che la facoltà di determinare eventuali costi non può spingersi fino “ad elidere il principio di gratuità dovendo la stessa essere esercitata secondo il canone di ragionevolezza e proporzionalità”. Ciò comporterebbe, peraltro, che quando il rilascio di copia avviene in formato elettronico i costi dovrebbero essere azzerati.

L’art. 25, co. 1, della L.  241/1990, stabilisce espressamente che l’esame dei documenti è gratuito mentre il rilascio è subordinato al pagamento dei costi “salve le disposizioni vigenti in materia di bollo, nonché i diritti di ricerca e di visura”. La Pubblica Amministrazione, pertanto, non può imporre costi per “diritti di segreteria” che, in linea di principio, contrastano con il principio di gratuità del diritto d’accesso.

I Tribunali amministrativi ormai da anni confermano il principio secondo il quale “i costi per l’esercizio del diritto di accesso, per la parte che eccede il mero costo di riproduzione, vanno (omissis) finanziati attraverso la fiscalità (al pari di quanto avviene per gli altri diritti correlati al funzionamento del meccanismo democratico come quello di voto) senza che sia consentito trasferirli sul cittadino istituendo una vera e propria tassa extra ordinem”.

L’esercizio dei diritti, pertanto, non può che essere vincolato a criteri di ragionevolezza e proporzionalità, dovendo stabilire, nel caso di ordinarie ricerche di atti chiaramente indicati o agevolmente individuabili, un importo minimo, anche per non trasformare l’onere economico in un forte deterrente, se non in un vero e proprio impedimento, all’esercizio del diritto di accesso.

Né, infine, sarebbe possibile duplicare i costi attraverso la duplicazione di voci di spesa, dovendo attenersi al precetto normativo che consentirebbe alle amministrazioni unicamente il recupero delle spese di riproduzione (fotocopie), vincolando l’Amministrazione a commisurare l’importo alla quantità di copie richiesta, senza la possibilità di introdurre delle soglie minime.

“La Pubblica Amministrazione non può far pagare la semplice visione dei documenti” afferma Maurizio Aluffi, Direttore di Confartigianato Imprese Rieti. “La legge sulla trasparenza dell’attività della Pubblica Amministrazione riconosce il cosiddetto diritto di accesso agli atti amministrativi. La sentenza n. 1366/2024 del Consiglio di Stato stabilisce che la visione dei documenti della Pubblica Amministrazione dovrebbe essere gratuita, in linea con il principio di trasparenza che guida l’azione amministrativa. Può essere richiesto – ribadisce Maurizio Aluffi – il solo contributo correlato alle effettive spese sostenute per la copia dei documenti, senza alcun profitto per l’Amministrazione. Un nostro associato ci segnala, ad esempio, che il Comune di Forano chiede oltre 400 euro per un accesso agli atti. Come Confartigianato Imprese Rieti -conclude il Direttore Aluffi – ne facciamo una questione di libertà e democrazia e invitiamo i cittadini a segnalarci qualsiasi abuso che precluda l’accesso agli atti a chi ne fa richiesta per giustificato motivo. Abbiamo dato mandato al nostro Ufficio legale affinché si adoperi, nelle sedi istituzionali di competenza, per il ripristino di un sano principio democratico”.

2025-02-17T18:29:19+01:007 Febbraio 2025|

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